Non è il momento di fermarci, entro il 2022 daremo il via alla fase operativa di questo studio

Con un’importante Università di Medicina stiamo definendo diversi studi clinici per misurare gli esiti della Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) in Terapia Intensiva.

Le strategie di Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA), sono state suggerite come efficaci nel ridurre le difficoltà di comunicazione1 e nel migliorare il grado di soddisfazione dei pazienti2

La CAA è definita come l’insieme di strategie e strumenti che permettono, alla persona che ha delle difficoltà comunicative, la trasmissione di un messaggio comprensibile.3

“CAA low tech” e “CAA high tech”

Si può dividere in “CAA low tech” che comprende, ad esempio, l’utilizzo di carta e penna, tabelle alfabetiche, lavagne, immagini e “CAA high tech” che comprende l’uso di software,applicazioni, tablet oppure device con tracciamento oculare.4

Una comunicazione efficace può potenzialmente migliorare gli outcome a lungo termine5.

Sebbene l’attenzione sia in crescente aumento, c’è ancora una lacuna nelle conoscenze relativamente alle diverse tipologie di comunicazione ed in particolare manca un approccio sistematico alla misurazione degli esiti.6

Gli studi che affrontano queste tematiche in Terapia Intensiva si focalizzano su popolazioni diverse, c’è una grande eterogeneità sulla durata della ventilazione7 e un utilizzo di disegni e strumenti diversi.8

Si tratta per lo più di studi qualitativi o piccoli studi di fattibilità di singole tipologie di comunicazione. Vi è quindi un’assenza di forti prove di efficacia a sostegno dei diversi interventi.9 Infine non è chiaro quale sia l’impatto di una comunicazione efficace attraverso la CAA sugli esiti a lungo termine come il disturbo post traumatico da stress.

Il Diritto dell’uomo a comunicare

Avere a disposizione maggiori conoscenze sulle diverse strategie di comunicazione permetterebbe ai professionisti sanitari una scelta consapevole della metodologia più adeguata per ciascun malato per garantire il diritto dell’uomo a comunicare11. Inoltre, una maggior comprensione delle esigenze della persona condurrebbe al miglioramento dell’appropriatezza delle risposte e delle cure da parte dei professionisti sanitari12 e ad un aumento della loro soddisfazione lavorativa.13

Al via la fase operativa

Per questo mediante la partnership con una importante Università di Medicina e Chirurgia, stiamo lavorando alla definizione di uno studio clinico pilota atto a misurare, in relazione alle diverse modalità di comunicazione CAA utilizzate, la facilità di comunicazione (Ease of Communication), l’ansia, la paura, la frustrazione e la rabbia nei pazienti voiceless ricoverati in terapia intensiva.

Inoltre obiettivi secondari dello stesso studio sono la descrizione dell’insorgenza di delirium e dell’insorgenza di stress post traumatico in relazione alle diverse modalità di comunicazione utilizzate.

Dopo il completamento dell’iter di formalizzazione tuttora in corso, contiamo di dare il via alla fase operativa di questo studio entro la seconda metà del 2022.

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1(Happ et al., 2015; ten Hoorn et al., 2016; Carruthers, Astin and Munro, 2017; Ju, Yang and Liu, 2021)
2(ten Hoorn et al., 2016; Carruthers, Astin and Munro, 2017; IJssennagger et al., 2018; Zaga, Berney and Vogel, 2019);
3(Linda J. Burkhart, 2020; Happ, 2021);
4(Ju, Yang and Liu, 2021);
5(Carruthers, Astin and Munro, 2017);
6(ten Hoorn et al., 2016; Carruthers, Astin and Munro, 2017; Zaga, Berney and Vogel, 2019; Happ, 2021);
7(Zaga, Berney and Vogel, 2019);
8(Carruthers, Astin and Munro, 2017; Zaga, Berney and Vogel, 2019; Ju, Yang and Liu, 2021);
9(Zaga, Berney and Vogel, 2019);
10 (Ju, Yang and Liu, 2021);
11 (Carruthers, Astin and Munro, 2017);
12(Carroll, 2007; Zaga, Berney and Vogel, 2019);
13(Happ et al., 2010; IJssennagger et al., 2018; Zaga, Berney and Vogel, 2019);