Le idee ci aiutano a capire dove vogliamo andare e che strada prendere.

Ho iniziato a lavorare sul progetto Dico sin dalla sua fase iniziale poiché ho dedicato la mia tesi di laurea, in Ingegneria Biomedica ad uno studio di fattibilità sullo sviluppo dell’idea iniziale del Professor Giacomo Bellani, arrivando quindi a comprendere e a teorizzare i vari passaggi necessari ad arrivare ad un primo prototipo Dico 1000 funzionante.

Durante il mio tirocinio ho avuto modo di conoscere personalmente il Professor Bellani che è riuscito a trasmettermi la passione per la sua idea e a farmi comprendere l’importanza del progetto e i benefici per i tutti i pazienti che sono temporaneamente impossibilitati a comunicare.

Come ingegnere Biomedico, la mia idea è sempre stata quella di sviluppare tecnologie e strumentazioni per cercare di migliorare la salute e la condizione dei pazienti. Per questo motivo, dopo aver conseguito la laurea, è stato naturale partecipare effettivamente allo sviluppo di DICo® 1000.

Ora vi dico qual’è l’aspetto innovativo di questa tecnologia, applicata ad un mondo come quello della terapia Intensiva, Dico® 1000 è uno strumento semplice da utilizzare, richiede una curva di apprendimento minima da parte del paziente, è rapido e immediato quindi con un approccio differente dalle altre tecnologie che al momento sono utilizzate per la comunicazione aumentativa.

Comunicare con gli operatori sanitari porta un miglioramento del benessere del paziente sia fisico che psichico, eliminando la frustrazione di non poter esprimersi.
Alleggerire l’esperienza del ricovero può migliorare fortemente la guarigione del paziente e il suo successivo recupero dopo la dimissione, evitando l’insorgere di disturbi da stress post traumatico. La possibilità di comunicare può inoltre portare benefici anche al personale sanitario che assiste il paziente, velocizzando le tempistiche di comprensione delle necessità del paziente e semplificandone enormemente l’esecuzione.

Stiamo lavorando tanto perchè DICo® 1000 si evolva rapidamente, il dispositivo ha un enorme potenziale, le sue possibilità sono ampie, dal potenziamento del sistema di comunicazione ad aiutare il maggior numero possibile di pazienti, superando le barriere di comunicazione linguistiche, aiutando la comunicazione tra pazienti e personale sanitario che parlano lingue diverse, fino ad arrivare alla creazione di un dispositivo che sia in grado non solo di garantire un’efficace comunicazione, ma anche di intrattenere in vari modi il paziente durante il suo periodo di degenza che, in alcuni casi, può essere molto lungo.

La nostra volontà è anche quella di espanderci anche al di fuori dell’ambito della terapia intensiva, per aiutare un sempre maggior numero di pazienti.

#empoweringthevoiceless