In Italia viene utilizzato il Diario Paziente?

La pratica della scrittura del diario di terapia intensiva, nasce per la prima volta in Danimarca negli anni ’80 ed è stata presto esportata in Svezia e in Norvegia. Negli anni ’90 la pratica del diario si diffonde nel Regno Unito, per raggiungere successivamente la Svizzera, la Germania, l’Italia, il Portogallo. Attualmente si stima che circa il 40% delle terapie intensive danesi utilizzino lo strumento del diario.

“Il paziente dimesso dalla terapia intensiva ha più possibilità di ritornare alla vita normale quanto più riesce a ricordare ed eleborare un’esperienza cosi’ traumatica come la degenza in rianimazione.”

https://postintensiva.it/il-diario-di-terapia-intensiva/

Il “Diario paziente” nasce come progetto, nell’ambito della medicina narrativa, applicato in diverse realtà ospedaliere. È uno strumento utile per il paziente, i familiari e per il personale sanitario.

Qual’è lo scopo del Diario paziente?

Lo scopo è quello di raccogliere impressioni o storie di vita quotidiana che possano aiutare il paziente a ricostruire il periodo di degenza in terapia intensiva oppure, nel caso sia cosciente, ad esprimere le proprie emozioni nel modo preferito (scrittura, disegno, fotografie, …).

L’intervallo del ricovero rappresenta uno strappo temporale che richiede uno sforzo di elaborazione molto impegnativo per il paziente ed i suoi familiari. La possibilità di restituire al paziente una raccolta di sensazioni, emozioni e fatti avvenuti durante l’intera degenza, consente che il processo di riparazione del danno psicologico sia più rapido ed efficace.

Un’opportunità anche per i familiari che sono vicini al paziente

Il diario, inoltre, restituisce ai familiari la possibilità di avere un ruolo proattivo in un momento di profonda frustrazione ed incomunicabilità, consentendo loro di esprimere i propri sentimenti o di tracciare, per il proprio congiunto, la storia comune del periodo relativo al ricovero.

…e per il personale sanitario.

Inoltre esso consente al personale sanitario tutto di partecipare anche umanamente, al processo di cura, ridurre dove è possibile i tempi e ottimizzare il lavoro a favore dei costi benefici.

Gli studi clinici a supporto del Diario Paziente

Esistono al riguardo anche studi clinici, come ad esempio questo, i quali dimostrano benefici clinici derivanti dall’utilizzo di questo strumento.

Nel caso specifico riportato, partendo dalla considerazione che i pazienti dimessi dall’unità di terapia intensiva (ICU) soffrono di sintomi a lungo termine che influiscono sul loro benessere fisico, psicologico e cognitivo, lo studio è andato misurare gli effetti dei diari di terapia intensiva sul disturbo da stress post-traumatico (PTSD), depressione e ansia.

Il risultato è una diminuzione della scala PTSD dal 25 al 18%, nonché un significativo miglioramento nella scala che misura depressione e ansietà.

È lecito pertanto aspettarsi una crescente tendenza che affianchi, agli strumenti clinici tradizionali, anche percorsi complementari i cui benefici sono altrettanto scientificamente dimostrabili.

Anche la piattaforma digitale DICo® 1000 si propone come strumento utile in questo contesto dove anche la sua integrazione con i diversi attori dell’ecosistema, può rafforzarne la proposizione di valore ed i benefici nella qualità di cura del paziente.

DICo® 1000 è il primo Comunicatore italiano High-Tech di CAA espressamente progettato per l’utilizzo in Terapia Intensiva.

DICo® 1000, come dispositivo per la Comunicazione Aumentativa e Alternativa, in terapia Intensiva, è distribuito da Seda S.p.A.